L’Europa è in procinto di diventare, senza spargimento di sangue, una grande famiglia; si tratta di un vero cambiamento …… continente dei valori umanistici … della libertà, della solidarietà e soprattutto della diversità, il che implica il rispetto per le lingue, la cultura e le tradizioni altrui.
(Dichiarazione di Laeken)

“La diffusione delle competenze linguistiche nei diversi paesi e gruppi sociali è tutt’altro che uniforme2 . La gamma delle lingue straniere parlate dagli Europei è piuttosto ristretta e si limita sostanzialmente all’inglese, al francese, al tedesco e allo spagnolo. Imparare una lingua franca non è di per sé sufficiente. Ogni cittadino europeo dovrebbe essere in grado di comunicare a un buon livello in almeno due altre lingue oltre alla lingua materna. Certo, è un obiettivo ambizioso, ma i progressi già realizzati da vari Stati membri dimostrano che è perfettamente raggiungibile.
(…) La risoluzione del Parlamento europeo del 13 dicembre 2001 chiedeva che fossero adottate misure intese a promuovere l’apprendimento delle lingue e la diversità linguistica. Il 14 febbraio 2002, il Consiglio “Istruzione” invitava gli Stati membri ad adottare provvedimenti concreti per favorire la diversità linguistica e l’apprendimento delle lingue, e la Commissione europea a formulare proposte in questi settori.
(…) Nell’istruzione o nella formazione secondaria, i giovani completano l’acquisizione del nucleo basilare di conoscenze che utilizzeranno nell’apprendimento delle lingue nell’intero arco della vita. Gli Stati membri concordano che gli allievi dovrebbero padroneggiare almeno due lingue straniere e sottolineano la necessità che essi siano dotati di un’efficace capacità comunicativa, vale a dire competenze attive piuttosto che una conoscenza passiva. L’obiettivo non è parlare correntemente una lingua come una persona di madrelingua, bensì di raggiungere una capacità adeguata di leggere, ascoltare, scrivere e parlare due lingue straniere, che si combini con competenze interculturali e con la capacità di imparare delle lingue, autonomamente o con l’ausilio di un insegnante.
(tratto da Commissione Europea, COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE E AL COMITATO DELLE REGIONI)

Il Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER) – in inglese Common European Framework of Reference for Languages (CEFR), ma talvolta indicato semplicemente come Framework – è un sistema descrittivo impiegato per valutare le abilità conseguite da chi studia una lingua straniera europea, nonché allo scopo di indicare il livello di un insegnamento linguistico negli ambiti più disparati.

È stato messo a punto dal Consiglio d’Europa come parte principale del progetto Language Learning for European Citizenship (apprendimento delle lingue per la cittadinanza europea) tra il 1989 e il 1996. Il suo scopo principale è fornire un metodo per accertare e trasmettere le conoscenze che si applichi a tutte le lingue d’Europa.

I sei livelli di competenza (A1, A2, B1, B2, C1, C2) e i tre livelli intermedi (A2+, B1+, B2+) articolati nel QCER sono utilizzati in tutta Europa e in altri continenti come parametri per fornire agli insegnanti di lingua un modello di riferimento per la preparazione di materiali didattici e per la valutazione delle conoscenze linguistiche.